Speranza ed Illusione

” Poi un giorno, ho capito che spesso noi confondiamo due cose che si somigliano ma non sono uguali, le illusioni e le speranze. Le illusioni sono il nostro viatico, il bagaglio che ci portiamo sulle spalle quando muoviamo i primi passi nel mondo.  Si, perchè da piccoli ci sembra che il mondo sia stato costruito per noi, che apetti noi come un meccanismo perfetto […] Nell’adolescenza scopriamo che non è così: cominciano le disillusioni. Basta un amore non ricambiato o la morte di un familiare, a volte anche meno. [….] Così ti accorgi che il mondo non ha bisogno di te, non aspetta te. Il mondo fa a meno di chiunque. C’è gente che conserva le illusioni molto oltre la giovinezza, e niente è più penoso di un uomo di quaranta, cinquanta, sessant’anni che non ha smesso di sentirsi in credito col mondo, di pensare che la felicità gli sia dovuta. […] Quando l’illusione sparisce, sotto i colpo d’ascia del dolore e dell’ingiustizia, subentra la speranza. La speranza guarda al futuro. E’ un sentimento dinamico e creativo. D’accordo mi dico: non posso aspettarmi niente, il mondo non si prenderà cura di me. Bè, non importa, io ci provo lo stessa! Sulle macerie delle illusioni, costruirò qualcosa di nuovo. Prendo in mano io la mia vita, cerco di plasmarla – nel lavoro, negli affetti, in tutto – e, spero, spero, di riuscire in questo. Amare chi mi ama ed essere riamato. Fare un lavoro che mi permetta di lasciare un segno anche piccolo, anche nascosto. Forse solo essere una persona decente, senza paura e senza vergogna. Il contrario dell’illusione è la delusione: un’emozione amara ma salutare. Un risveglio. Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L’unico peccato per il quale non c’è perdono, né in terra né in cielo.”
(Da “L’esistenza di dio” di  Raul Montanari, Baldini Castoldi Dalai editore, 2006)
Talvolta si impara più in un giorno solo che in tutta la vita, come si può amare, soffrire, gioire di più in un giorno solo che in una vita intera.
Come un’epifania, un lampo, che si accende e spegne, ma che contiene in sé un’energia incredibile.
Sono le 3:00 notturne mentre scrivo. Non posso dormire: certe notti non è possibile, se il mostro che hai dentro come un cancro i divora e ti impedisce di riposare, perchè hai paura di perdere tempo, perchè temi che domani possa essere tardi, e magari morirai senza avere capito che eri vivo, mentre sprecavi il respiro sopravvivendo…
O magari certe notti hai paura che non avrai la forza di svegliarti ancora…
…Stanotte penso a due paroline.
"Speranza" e "Illusione".
La Speranza in psicologia è "uno stato d’animo di attesa fiduciosa nel compimento imminente o futuro di un evento o nel raggiungimento di uno scopo prefissato".
E l’Illusione, che cos’è?
«L’illusione è speranza ormai svanita.» dice Roberto Gervaso.
La psicologia ci dice che un illusione, in ambito affettivo è "la percezione della realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta provando in quel momento":per esempio, sto camminando di notte in un bosco e ho paura…questa emozione mi fa interpretare le ombre che vedo, come se fossero mostri o animali.
Un intervento curioso in Yahoo!Answers in merito mi ha fatto sorridere. La penso esattamente così, ma non avrei saputo dirlo meglio:
"…è un pò la differenza che c’è tra nevrosi e psicosi.
E’ nevrosi quando costruisci castelli in aria e poi sei combattuto tra l’andarci ad abitare dentro oppure no.
E’ psicosi quando vai ad abitarci dentro.
E’ speranza quando una parte di te sa che le probabilità che qualcosa si avveri sono limitate,
E’ illusione quando credi si siano già avverate o che si avvereranno di sicuro."
La speranza ti mantiene in bilico tra normalità e follia, e se si tramuta in realtà…allora sarai come salvo da un naufragio.
L’illusione, invece, ti relega alle soglie dell’impossibile, dell’allucinatorio.
Ed è come affogarci, nel naufragio.
Il problema è che talvolta credi di avere una speranza, e non sai che è un’illusione.
O meglio, una parte di te lo sa. Come quando vivi e credi vivrai per sempre, o che come i faraoni puoi prendere le cose che hai e portartele con te nell’aldilà nella tua bella piramide, gatto imbalsamato incluso.
Mi viene in mente quel passo meraviglioso della lettera di Pietro:"…pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.".
La fede dà speranza.
Il problema è quello.
Quando ti af-fidi, ti fidi, tu speri.
E a volte capita che con-fidando nella cosa o persona sbagliata, scambi una speranza per un’illusione.
E i risultati sono catastrofici.
"Ammalarsi d’un male che non esiste, non è cosa da tutti. E’ sintomo di spiccata sensibilità. Vedo tanta voglia di fare. Tanta forza di inventare. Vedo tante cose. E alla fine quel che resta che cos’è? Una manciata di polvere abbandonata da una scopa distratta. Una scopata fatta male, dalla quale esci a pezzi, sanguinante. E forse persino sporca.
Ascolto ininterrottamente la tristezza diluita, come facevo un tempo. Quel tempo delle lacrime a perdere, quel tempo in cui la mia parte ‘emo’ era tanto forte da farmi sbattere contro il muro per la semplice voglia d’urlare. Di non sentirmi più. Una parte emo che non ho soppresso, ma solo sedato. Ed ora non mi fa sbattere, non mi fa urlare. Spinge da dentro, regalandomi ben altro. Regalandomi la mancanza di controllo, la paura. La sensazione di poter affondare. E’ inutile che io cerchi di non pensarci, che io cerchi di sedarla ancora. La sua reazione sarebbe ancora peggiore.
Devo prendere atto della sua presenza e conviverci. Più o meno come ho sempre fatto.
Forse per questo la tristezza mi sembra tanto familiare. E le lacrime che ho voglia di lasciar andare non fanno affatto male. Dovrei lasciarmi andare ogni tanto, dovrei smetterla di dimostrarmi tanto forte ed ostinata. Io non sono il mostro che credete, purtroppo..

Non mi sembri timida.
No? Dipende dal contesto. Guardami muta, davanti ad una persona come lei. Guardami nell’attesa.
E guardami mentre rotolo dietro ad un pianoforte, tremando solo perchè lo so che mi ascolti. Tremando solo perchè lo so che le hai delle aspettative nel vedermi lì. Lì. Tutti hanno delle aspettative, non è certo colpa tua se tremo. E’ solo quella parte di me con cui devo convivere. Quella sensibilità che dicono sia vanto.. mentre a me sembra solo un ostacolo inutile. Prima scrematura? Non fatemi vedere le cose per come le vedete voi.. vi prego.. 
Non sono vere, quelle. Sono solo speranze vane, lasciate a macerare per consolazione. Come tutto.[…]
Oggi ho buttato giu a voce la mia vita.
Il quadro che ne risulta è terrificante. Nessuno ne uscirebbe sano di mente."
(tratto dal blog di http://idreamsky.splinder.com/)

Published in: on 26 febbraio 2010 at 2:38 AM  Lascia un commento  

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